Noi, donne matrioska

Sandra Bacci

Sandra Bacci

6 Marzo 2024

Ho sempre pensato di essere una donna Matrioska. Mi sono sempre divertita ad immaginarmi composta da tante donne dentro di me, una più piccola dell’altra e tante donne fuori di me, una più grande dell’altra. Senza un’età. Ma come una una progressione aritmetica d’età, da 6 a 70. 

Il senso concreto di quanto sto dicendo è che ho sempre dovuto tentare di gestire le mie anime diverse, di diverse età anagrafiche e con le loro distinguibili esigenze, in una continua operazione di mediazione. Lasciate libere la convivenza sarebbe stata una carneficina. Così sono diventata negli anni arbitro benevolo di tante me stesse perché in fondo il mio bisogno di controllo prevale e il caos mi spaventa ancora molto.

In bilico tra il desiderio di sentirmi ancora gioiosa ed entusiasta come una bambina, piena di speranza e desiderosa di conferme come un’adolescente, adesso anche saggiamente ironica come una matura signora.

Devo ammettere che l’idea di riuscire a muovermi con destrezza tra tante contraddizioni mi stimola ancora. Il cambiamento è una sorta di doppio, triplo binario in cui mi sento ormai a mio agio: il colore e il “gioco” e le mie passioni  sono diventati i mezzi principali per esprimere le mie tante sfaccettature.

Anche nello stile, nella mia quotidiana scelta dell’abito da indossare, nelle mie opzioni cromatiche lascio alternativamente e democraticamente l’arbitrio ad una o ad un’altra delle mie parti.

Anche in questo caso. Colore squillante ed energico o nero bon ton. Rassicurante minimal o arricchito di dettagli che cercano di farsi notare.

Non c’è fortunatamente un’unica fazione, un unico indirizzo di pensiero. Non c’è il giusto e lo sbagliato. In fondo siamo tutte dolcemente “complicate”, frutto di incongruenze; paradossi viventi con qualche curva, le unghie smaltate e belle teste pensanti.

A cura di Sandra Bacci.